In questa pagina è possibile trovare tutto il materiale per la realizzazione delle locande e degli interni delle abitazioni popolane del XVII secolo. Per non rendere l’articolo immensamente lungo e di difficile consultazione ci sarà, in basso, il pdf da scaricare per favorire una migliore consultazione e reperibilità delle informazioni.
I nostri protagonisti appartengono a questa classe sociale ed è quindi doveroso cercare di capire non solo cosa mangiavano o come vestivano, ma anche come e dove vivevano soprattutto se pensiamo al tipo di economia che vigeva in Liguria nel ‘600. Rispetto a quanto si vede nelle fiere di Halloween, la casa delle streghe non era piena di topi morti appesi al soffitto, simboli esoterici e cerchi magici fatti di sale sotto le finestre. Le componenti alchemiche utilizzate dalle presunte streghe erano reperibili tutti i giorni attorno a loro, ed erano erbe e cereali non così insoliti. Fondamentalmente il fulcro erano le preghiere, nel nostro caso, rivolte a Dio e non ad una qualche infernale entità.
Fatta questa premessa è facile intuire come riconoscere una strega dalla sua casa potesse risultare difficile. Ci si appigliava a quisquilie, dettagli fantomatici, come una tazza di acqua vicina a qualche chicco di grano, una qualche erba sospetta in abbondanti quantità o una eccessiva presenza di balsami e oli. Erano accuse che potevano rivolgere i vicini, che avevano, magari, frequentato qualche volta la casa in questione, detrattori, mariti gelosi o quant’altro. Alla fine bastava poco, come essere una donna sola e vecchia, per incappare nell’accusa di stregoneria da parte del vicino.
Come dovrebbe essere realizzata la casa della strega? Sostanzialmente è identica alla casa di un qualsiasi popolano, perciò tanto vale prenderla come tale.
LA CASA CONTADINA
La struttura della casa contadina del XVII sec. era molto semplice. Al piano terra solitamente si trovava la cucina, di dimensioni abbastanza grandi poiché qui i contadini vi trascorrevano la maggior parte del loro tempo, soprattutto d’inverno quando il sole tramontava presto. Ricostruire la cucina della strega non è complicato poiché gli elementi che la componevano erano quelli della vita quotidiana, spesso reperibili tutt’oggi. Ad esempio grosse pentole di smalto e di rame, tegami di coccio (questi usati per la mietitura del grano) o una madia, nella parte inferiore della quale si tenevano i fiaschi e l’olio mentre nella parte superiore si faceva il pane. Tutto l’insieme di pentolame veniva appeso a una stecca lunga di legno con dei ganci. A questi venivano anche appese trecce di cipolle o aglio, salsicce, prosciutti e salumi vari; ortaggi e frutta erano spesso conservati in dei grandi cesti di vimini.
Gli animali erano una presenza fissa della casa contadina, sia vivi che morti (intesi come cibo, come conigli scuoiati o galline spennate). Di gente ce n’era parecchia, visto che le famiglie tendevano a stare insieme per aiutarsi nelle attività, come ad esempio nelle fattorie.
UN ESEMPIO DI INTERNO
Prendiamo ad esempio Interno di cucina, di David Teniers detto il Giovane, datato1644. Il dipinto rappresenta una cucina del XVII secolo. Ciò che si sta preparando non è il pasto quotidiano, ma un banchetto (forse per un occasione speciale o una festa sacra). Quasi sicuramente è in preparazione un pasticcio di carne di volailles (il cigno sul pane). Vediamo la selvaggina appesa e il coniglio in basso insieme al pesce. La carne appesa in casa veniva preparata per qualche giorno e poi cucinata., altrimenti rischiava di essere troppo dura (frollatura). Sullo sfondo vediamo un enorme forno dove è in fase di cottura il pane. Altri componenti della famiglia stanno preparando il cibo, probabilmente frutta e verdura. In primo piano la donna di casa, in gonna rossa e scialle in lino bianco.
In sostanza queste sono le nozioni principali da sapere. Durante il lavoro di raccolta fonti sono stati reperiti diversi esempi di interni di casa contadina. Il modo migliore per avere un’idea di come realizzarli in merito ad una rievocazione è guardare le immagini e riproporle il più fedelmente possibile, prestando particolare attenzione agli oggetti presenti sulla scena ed alla loro disposizione. Generalmente le abitazioni non erano suddivise a mo di casa moderna, con ambienti piccoli dalle forme ricercate ma stiamo parlando di empie camere con alti soffitti. Le cucine erano il luogo dove si trascorreva la maggior parte del tempo e contava la presenza di molti oggetti, cibo e arnesi utilizzati dalle donne nelle attività giornaliere.
IL PDF
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TAVERNE E MUSICI
Se il vino faceva perdere il senno, il gioco faceva perdere altro, il denaro. In taverna era possibile fare entrambe le cose, anzi, possiamo quasi dire che l’ambiente incoraggiava a farlo. Giocare d’azzardo a dadi o a carte era una scena consueta in taverna. Ricchi o poveri che fossero c’era sempre qualcosa su cui scommettere. Il gioco non era solamente attività dei giocatori, ma interessava anche gli altri, partecipando alla contesa e lasciandosi coinvolgere nelle avventatezze altrui. Se per caso scoppiava una rissa la musica non poteva che accompagnare.
UN ESEMPIO DI INTERNO
Jan Steen, Argomento in un gioco di carte, olio su tela, 1656, Berlino. Il dipinto mostra le conseguenze di una disputa derivante dal gioco. Lo scontro avviene tra due uomini con affianco uomini e donne divertiti dalla scena. Mentre alcuni cercano di tenere a bada i due la nostra attenzione ricade sulle carte da gioco, poker e backgammon. Nonostante l’imminente rissa il clima è gioviale, tipico delle taverne, dove era possibile incontrare debiti e ottimi amici nella cattiva sorte.
Il Backgammon è chiamato Tavola Reale in italiano. Si gioca in due e ciascun giocatore possiede quindici pedine che muove lungo ventiquattro triangoli secondo il lancio di due dadi. Lo scopo del gioco è riuscire per primi a rimuovere tutte le proprie pedine dalla tavola, cercando nel contempo di bloccare l’avversario.